Perché
il Wapta Icefield? Perchè questo enorme mondo di ghiacciai orizzontali e aguzze punte di rocce gialle e nere?
La scelta è arrivata per far di necessità virtù: avevamo bisogno di un alloggio disponibile e il Bow hut è grande e le cime attorno numerose.
La scelta è arrivata per far di necessità virtù: avevamo bisogno di un alloggio disponibile e il Bow hut è grande e le cime attorno numerose.
Partiamo
in una delle giornate più dense di fumo, lasciando la macchina vicino al grande
lago. Il sentiero è bello e comodo, accompagnato da un torrente burrascoso,
gonfio di rapidi, stretto nelle alte gole rocciose. Superiamo il fiume passando
su di un grosso masso incastrato nella parte alta di un kanyon e poi
proseguiamo verso i ghiacciai. Il guado dei torrenti successivi crea qualche
problema in più, in qualche caso bisogna togliersi gli scarponi e camminare
nell'acqua fino a mezza coscia, un'acqua potente e gelida.
Ci
sistemiamo nel bivacco, passiamo qui la notte, poi saliamo verso la coda del
ghiacciaio puntando alla bella cuspide rocciosa del St. Nicholas peak. E' questo
il nostro primo obbiettivo della giornata.
Legatici
in due cordate (io con Greg, Ale con Andrea) saliamo facendo lo slalom tra i
numerosi crepacci che segnano la tavolata di ghiaccio nero. Aggiriamo la
strapiombante parete nord e ci troviamo su di un ghiacciaio ancora più
pericoloso, dove i crepacci sono nascosti da precari ponti di neve sottile.
Giunti
ai piedi della sella che separa il St. Nicholas peak dall'Olive peak, risaliamo
i ripidi sfasciumi guadagnando la cresta. Qui dobbiamo far fronte alla
testardaggine di Greg, che ci costringe ad un recupero in parete: è questa l’empirica
lezione sul significato della parola “cazzata”, imparata con successo dal
nostro amico polacco.
Fatta
una corale risata, affrontiamo la sottile cresta, che in facile arrampicata ci
porta sull'aguzza cima del St. Nicholas.
Spuntino
col Jerk, le solite due chiacchiere e si riparte per la lunga cavalcata in
cresta, con cui prima tocchiamo la cima dell’Olive Nord e poi la cima
dell’Olive Sud.
Sotto
di noi si stende l’enorme ghiacciaio piatto di Wapta, che come un’immensa
pianura grigio-bianca brilla sotto al sole.
Tornati
al bivacco passando per le colate di ghiaccio che precipitano ad est, ci concediamo una
piacevole pausa. Ci si riposa e si spacca la legna; è l’ultimo atto alpinistico
di questo viaggio che continuerà verso nord, nelle terre di Jasper. Mi
guardo attorno: le cime, i ghiacciai, le morene. Il bosco più in basso e il
torrente che scroscia; i volti dei miei amici. Perdo un attimo per osservarmi al
centro di tutto questo: sono finalmente felice e sereno.