mercoledì 23 luglio 2008

L'alpinista: eroe moderno (W. Bonatti)









foto: Marco Montesano,

la Mia Montagna,

Giugno 2008










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L'eroismo moderno, questa nuova solitaria espressione del coraggio, assume quasi un aspetto vuoto e gratuito al confronto di quello antico, sempre diretto verso una condizione unanimamente consacrata. L'eroe di oggi può quindi apparire come un cavaliere del nulla, un conquistatore dell'inutile che si muove secondo il proprio arbitrio e le proprie condizioni. Ecco perchè per qualcuno può forse apparire assurdo e insopportabile. Eppure in questi moderni eroismi esiste una verità convincente e confortante. Essa trascende le premesse materiali e persino la pura, intima soddisfazione di che li compie, in lotta a volte disperata con se stesso, con le difficoltà e l'incomprensione dei molti. Questa verità è la chiave stessa della verità dell'uomo. E' il volto dei suoi sogni d'evasione, il grido di fuga dalle pressioni sociali, il rimpianto e l'ammonimento per una condizione naturale dimenticata, ma forse non ancora irrimediabilmente perduta: è il simbolo che conferma la nostra dimensione umana, irreversibile e immortale. E tale verità, ad ogni impresa di coraggio, eccheggia, forse inconsciamente, come un inno alla vita, tra l'umanità che per un attimo è scossa dal torpore.
Scienza e saggezza, indispensabili al progresso umano, non sono la stessa cosa; il filosofo ce lo ricorda da lunga data. Accettiamo pure le cosidette conquiste sociali, e con il nostro insaziabile orgoglio approdiamo anche sulla Luna e su altri mondi, ma non dimentichiamo che il destino dell'uomo è quello di diventare sempre più umano. Ecco cosa vogliono ricordarci le inutili quanto sagge "follie" degli attuali eroi.

domenica 6 luglio 2008

La Leggenda della Grigna (Luigi Santucci)





foto: il Duca, la Grignetta, Luglio 2008

Alla guerriera bella e senza amore
un cavaliere andò ad offrire il cuore;
cantava: "Avere te voglio morire!".
Lei dalla torre lo vedea salire.
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Disse alla sentinella
che stava sopra il ponte:
"tira una freccia in fronte
a quello che vien sù".
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Il cavaliere cadde fulminato.
Ma Dio punì l'orribile peccato
e la guerriera diventò la Grigna,
una montagna ripida e ferrigna.
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Anche la sentinella,
che stava sopra il ponte,
fu trasformata in monte
e la Grignetta fu.
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Noi pur t'amiamo d'un amor fedele,
montagna che sei bella e sei crudele.
E salendo ascoltiamo la campana,
d'una chiesetta che a pregare chiama.
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Noi ti vogliamo bella
che diventasti un monte;
facciamo la croce in fronte:
non ci farai morir.