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L'eroismo moderno, questa nuova solitaria espressione del coraggio, assume quasi un aspetto vuoto e gratuito al confronto di quello antico, sempre diretto verso una condizione unanimamente consacrata. L'eroe di oggi può quindi apparire come un cavaliere del nulla, un conquistatore dell'inutile che si muove secondo il proprio arbitrio e le proprie condizioni. Ecco perchè per qualcuno può forse apparire assurdo e insopportabile. Eppure in questi moderni eroismi esiste una verità convincente e confortante. Essa trascende le premesse materiali e persino la pura, intima soddisfazione di che li compie, in lotta a volte disperata con se stesso, con le difficoltà e l'incomprensione dei molti. Questa verità è la chiave stessa della verità dell'uomo. E' il volto dei suoi sogni d'evasione, il grido di fuga dalle pressioni sociali, il rimpianto e l'ammonimento per una condizione naturale dimenticata, ma forse non ancora irrimediabilmente perduta: è il simbolo che conferma la nostra dimensione umana, irreversibile e immortale. E tale verità, ad ogni impresa di coraggio, eccheggia, forse inconsciamente, come un inno alla vita, tra l'umanità che per un attimo è scossa dal torpore.
Scienza e saggezza, indispensabili al progresso umano, non sono la stessa cosa; il filosofo ce lo ricorda da lunga data. Accettiamo pure le cosidette conquiste sociali, e con il nostro insaziabile orgoglio approdiamo anche sulla Luna e su altri mondi, ma non dimentichiamo che il destino dell'uomo è quello di diventare sempre più umano. Ecco cosa vogliono ricordarci le inutili quanto sagge "follie" degli attuali eroi.
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