venerdì 26 agosto 2016

Appunti di viaggio (il Duca)

Zucchero canta le sue 13 ragioni, la nostra invece rimane misteriosa, mentre la macchina corre sull'autostrada.
La strada è lunga e i caselli numerosi, ma alla fine eccoci a Montpellier. Tre alpinisti persi per le stradine medioevali, con gli zaini, i caschetti e i turisti in canottiera che ci guardano straniti. Sui gradini una ragazza che è un ragazzo, la nostra stanza piena di coccodrilli di gomma e un albero rinsecchito: come primo bivacco c'è da rimanere sbigottiti. Ma ci si diverte con del buon vino e quattro passi per i monumenti della città.
La strada è ancora lunga, si riparte. Pranzo fra le bancarelle strabordanti di antichità e oggetti quotidiani (o solo vecchi); l'accoglienza è già quella della gente di montagna, ci si sente un po' a casa. Scavalchiamo il passo e scendiamo in Spagna, arrivando al parcheggio sopra Benasque.
Mario fa lo spagnolo, sulla navetta altri con la ferraglia, e poi di corsa al rifugio dove si entra in quel mondo che è il nostro: quello degli alpinisti. Cena, grappa, qualche chiacchiera e in branda!

La salita dell'Aneto, la cima più alta dei Pirenei, è molto bella. Non difficile tecnicamente, è però completa con ghiacciaio, crestina di roccia e la libertà che la montagna ci sa regalare. Tanto per complicarci le cose, andiamo a cercare una discesa improvvisata tra nevai, morene e cenge nascoste, in pieno stile Foglia. Bagno nelle pozze cristalline del torrente e nuotata in tre birre giganti, e poi questo posto mi ricorda con grande nostalgia l'Adamello.
A Benasque ci sono le terme, posto curioso. C'è anche il Cassin dei Pirenei, sembra un po' strano e alla fine il ristorante giusto non lo trova neppure lui: amen, risolviamo a modo nostro!

Dopo una notte in valle si riparte, ancora. Visita di un borgo medioevale, con la scusa di fare la spesa e sbirciare le previsioni meteo. Dalle mura del castello ci impensieriscono le nubi che si accatastano sulle montagne, ma risolviamo tutto con lo shopping complicato di Mario e lo street boulder di Ale. Poi ancora via, verso Bujaruelo dove ci accoglie il vento freddo e una pioggia violenta.
Attendiamo, ingannando il tempo con diverse birre, le patatine con salsa piccante e un invito galante. Alla fine il temporale passa e partiamo per il nostro bivacco. La valle è lunga, verde come le descrizioni bucoliche di Virgilio. Quando arriviamo raccogliamo la legna e ci sistemiamo sul comodissimo pavimento di cemento armato. Il fuocherello scoppietta, arrostendo i wurstel che si sposano perfettamente con la bottiglia di vino. Una sorsata di grappa a testa (forse qualcosa di più) e a nanna.

Il giorno dopo, con Mario, scalo l'immenso versante est del Vignemale, saliamo per la via della Moskowa. Ale non viene con noi per un dolore al piede, ci raggiungerà al rifugio francese lungo la via normale. Noi facciamo un gran viaggio fra placche di calcare, nevai incastonati e un bel caminetto roccioso; il tutto molto selvaggio. Dalla cima, scendiamo in Francia per il ghiacciaio e poi risaliamo al rifugio dove ritroviamo il nostro compagno. Qui rischiamo di dover affrontare subito un nuovo lungo viaggio, perché il rifugio è strapieno e noi non siamo riusciti a prenotare. Un mezzo miracolo all'ultimo ci consegna tre brande (care, seppur scomode).
Per rientrare in Spagna il nostro sentiero scorre per molti chilometri, passando per due passi, la valle infinita di Ara e il rifugio sotto alla dolomitica parete Nord. Al termine trascorriamo una tranquilla serata a Bujaruelo, dove fuori soffia sempre il vento freddo.

E' già ora di ritornare, il viaggio è lunghissimo, la macchina corre ancora sulla strada fino alle coste francesi. Che belle le Calanques: le vertiginose scogliere che precipitano sulle calette trasparenti, che bello sentirsi in vacanza e bere birra sulle rocce. Pensando a casa, sembra ci sia la Grignetta che si puccia nel mare, anche lei in ferie.
E che bello anche l'applauso della gente, mentre slegato accarezzo la roccia sbucando sulla cima della guglia: pare quasi di essere liberi, per davvero. Grazie ragazzi.

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