Via molto logica da noi inventata sul versante nord del Monte Gruf.
La linea segue l’estetico sperone a destra del canalone della Valle Piotta (meglio conosciuto come “Canalone dell’Aurosina”), sbucando ad una spalla (2830m ca) tra la bocchetta di Val Piana e la cima del Gruf.
Dopo un primo sopralluogo effettuato a settembre, abbiamo deciso di bivaccare direttamente ai piedi dello sperone. L’avvicinamento è lungo e da cercare: lasciata l’auto a Pian Cantone (termine della strada), si imbocca il sentiero per Tabiadascio. Raggiunto l’alpeggio, si prosegue seguendo le indicazioni per il bivacco Garzonedo.
Dove il sentiero piega decisamente ad ovest, lo si abbandona, attraversando senza traccia il greto del torrente. Ci si dirige così verso la profonda faglia sovrastata dal canalone dell’Aurosina.
All’imbocco della faglia, sulla destra, ci sono delle staffe nella roccia, che consentono di guadagnare una traccia quasi del tutto cancellata. Seguendo la traccia, prima nel bosco, poi tra rododendri e mughi, si raggiunge la conca morenica tra il Gruf e il Sasso Becché, passando prima dall’alpe Penz.
Sulla morena non ci sono tracciati, ma si vede già bene l’evidente sperone su cui si sviluppa la via.
RELAZIONE:
L’attacco è nei pressi di un diedro appena a sinistra della propaggine più bassa dello sperone. Qui noi abbiamo effettuato 4 tiri:
L1: Si risale il diedro verticale ma ben appigliato, per poi proseguire su placche appoggiate fino all’imbocco di un canale obliquo. Sosta su spuntone.
L2: Si segue l’evidente canale, con roccia non sempre buona, fino al suo termine. Sosta su friend.
L3: Si punta al filo dello spigolo, risalendo le placche a tratti strapiombanti, seguendo una linea che piega leggermente a sinistra. Sosta appesa su spuntone, appena sotto ad un ultimo muretto verticale.
L4: Superato il muretto con un passo lungo, si segue una provvidenziale cengia, che piegando a destra consente di guadagnare la sommità dello sperone.
Si prosegue in conserva protetta, cercando di rimanere il più possibile sul filo dello spigolo, dove la roccia è solida e bella. Da qui in poi si riesce a proteggere molto bene con friend e cordini. A tratti l’arrampicata è molto esposta, fare sempre attenzione alla tenuta di appigli e appoggi.
Lungo la cavalcata in cresta si incrociano diversi torrioni. Conviene sempre scavalcarli direttamente, effettuando eventualmente qualche tiro. L’unico torrione che abbiamo aggirato è l’ultimo, che si riconosce perché è preceduto da una profonda spaccatura. Qui siamo scesi delicatamente sulla destra, per poi risalire un diedro erboso obliquo e riguadagnare il filo dello spigolo con un tiro verticale su roccia ottima.
Dopo l’ultimo torrione si sale decisamente, con percorso sempre logico lungo lo spigolo, spesso agevolato da comode cenge appena a sinistra del filo. Si arriva così a sbucare sulla cresta sommitale, che si percorre su blocchi rocciosi fino all’omino di vetta (dall’attacco alla cima ci abbiamo impiegato 6 ore).
DISCESA:
Scendendo a sud lungo la pietraia si guadagna una larga cengia, attraversata da qualche nevaio, che consente di raggiungere la bocchetta di Val Piana. Da qui si scende lungo il canalone dell’Aurosina, che dopo i primi metri molto ripidi si assesta sui 45 gradi, permettendo di scendere bene fino alla base della parete del Gruf.
NOTA:
Non ci sono relazioni della salita di questo sperone, da noi battezzato SPIGOLO DELL'ORSO. Dunque, con tutta probabilità, si tratta di una via nuova aperta da me e da Ale.
FOTO:
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