giovedì 22 ottobre 2015

L'incantesimo della montagna (il Duca)

Raggiungiamo il colle e ci fermiamo: sotto di noi si stende come un mare calmo il ghiacciaio, mentre dinnanzi si alza grandiosa la parete nord del Lyskamm.
Guardando a ovest è ancora notte fonda, il cielo è nero, buio, delicatamente puntellato da milioni di stelle. A est una sottile linea di fuoco segna il confine delle montagne.
Ci sediamo nella neve circondati da un silenzio immenso, che ci ingloba totalmente. Sembriamo pellegrini entrati nel gigantesco regno della pace, in una tranquillità gelida, terribilmente assoluta.
Fa freddo, molto freddo, noi aspettiamo. Attendiamo che la prima luce del giorno illumini la nostra via, che ci sveli le rocce incrostate di ghiaccio che ora appena si intravedono sotto alla luna. Lallo si sfila gli scarponi e si mette un secondo paio di calzettoni; attendiamo e allo stesso momento fremiamo per iniziare la nostra scalata. Per lanciarci verso la vetta.
Intanto però siamo qua, fermi e in silenzio nel buio-argento dell’immensità. C’è tutta la potenza e la malinconia della montagna in questo momento, c’è tutto il suo assolutamente-immobile. C’è una bellezza assoluta, qualcosa che incute devoto timore.
Siamo in giro già da qualche ora: abbiamo girovagato a lungo per il labirinto di crepacci fino al colle del Lys, quindi abbiamo attraversato la valle sotto al Corno Nero, alla Parrot, alla Ghifetti. Ora inizia la parte più delicata ed esposta, più tecnica. Sappiamo che appena oltre il Rosa precipita in una parete immensa e vertiginosa, sappiamo bene che danzeremo sul suo filo sottile. Il nostro obbiettivo è il punto più alto di questo grandioso regno di ghiaccio e roccia… ma ora siamo qua, come prigionieri di un incantesimo di assoluta bellezza.

Qualche minuto dopo il giorno ci ha riconsegnati all’azione, ma quella magia ha lasciato una traccia in noi. Quando ripenso a quell’attesa sul ghiacciaio riscopro un’appartenenza indistruttibile, a cui devo ritornare, di cui non posso fare a meno. E poi viene un pensiero: se Chi governa quel regno, Chi l’ha dipinto con un colpo di pennello, è lo stesso che ha buttato anche me in questo mondo… allora la speranza è grande.

Essere alpinisti è la nostra grazia, bisogna ringraziare ogni giorno!

1 commento:

Mario Spinola ha detto...

Commovente.