lunedì 27 agosto 2007

Artemide e il Cavaliere (il Duca)


foto: Bruno Illuminati,
Il Duca in discesa dalla Tersiva,
Luglio 2007




















O muse, me aiutate a cantare
del cavaliere che corre nel vento,
che fra i monti osò la dea guardare;
e che nelle buie notti ancor sento
vagar per zitti boschi e freddi ghiacciai
col nero cavallo e ‘l suo lamento.
Andava un tempo fiero assai
per valli d’oro e possenti monti
fra verdi boschi che non seccano mai.
Le fresche acque seguiva delle fonti
e ‘l sentier cavalcava che alto corre
finché arrivato fu ai tre ponti.
Quivi il fiume tra bianche rocce scorre:
varcano archi di sassi la corrente
scrosciante giù dal granito a torre.
Artemide bella, nuda e splendente
col bianco croco fra i biondi capelli
qui se bagnava al cascante torrente.
La sciolta sua chioma sui seni belli
ricadeva mossa da dolce brezza
e ancor scendeva sin ai fianchi snelli.
Da fulci occhi azzurri uscia freschezza
petalo era la rossa sua bocca
e alte le mani mostravan bellezza;
parean le gote neve che fiocca,
fra sode gambe in sboccio era il fiore
e ‘l corpo venia bagnato da rocca.
Vide la dea e cadde tosto in amore,
il cavalier che libero andava
e prigioniero di lei fu il suo cuore.
Ma un vento forte a soffiare iniziava
e come flutti di fresca cascata
la dea selvaggia fra l’acque spariva.
O misero uomo: lei, da te amata,
vagando continui ancora a cercare
per gli aspri monti e la grigia vallata.

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