giovedì 27 ottobre 2016

Sensazioni (il Duca)

A volte è proprio difficile capirci, guardando la cosa dall'esterno direi che siamo proprio dei cretini.

Giornata schifosa, pomeriggio ad un convegno che non sa di niente, torno a casa che piove. Nella casella della posta trovo l'ennesima multa, una schifosissima bolletta e una lettera che mi ricorda che mi scade la revisione. Faccio da mangiare e mi cade il guscio sporco dell'uovo nel sugo, l'acqua per lavare i piatti è fredda, il vino è diventato aceto. Guardo la muffa nella doccia, dannata! Ed è pure finita l'ammoniaca.
Eppure mentre scrivo tutto questo ho una dannata frenesia che mi fa tremare e sorridere come un demente. 
Lo so benissimo cos'è: è quella telefonata che ho appena riattaccato; è la telefonata che mi conferma che sabato si va. 
Prenderemo un sacco di freddo nella nostra tenda, scomodi e lontani da qualsiasi carezza femminile. Ci accontenteremo di un tea tiepido, mentre la paura ci farà sudare e gli scarponi sembreranno pezzi di ghiaccio.
L'appuntamento è con quella via che ci è rimasta impressa nella testa, pezzo dopo pezzo. Ciò che ci chiama è la stessa parete che spiamo dai nostri PC, dall'ufficio, quando la vita quotidiana ci concede una manciata di secondi.
La prima volta si è difesa dietro al vento caldo. La seconda volta ci ha quasi ammazzati, lasciandoci in vita solo per averla ancora e sempre davanti agli occhi, come un sogno nascosto.
Che cosa vuole da noi quella parete, quel groviglio di ghiaccio e roccia? Fianco di una montagna salita infinite volte, appena conosciuta da chi frequenta la valle e poco più. Che cosa continua ad attrarci, come se l'averci graziato le desse il diritto di farci ancora sognare? Come se fossimo destinati a tornare ancora da lei.
Che cosa vuole da noi quella montagna, quella cima, quella via, da renderci felici al solo pensiero di essere ancora lì: conficcati nel suo cuore pulsante, legati ancora insieme?

Eppure ho letto molto, molti alpinisti, molti intellettuali della montagna. Ma mentre scrivo qui, buttando semplicemente giù quello che mi accade, sento che quello che ho letto non vuole dire niente, nulla! Come è misterioso questo fatto, questa bellezza che si nasconde in un solco selvaggio e spietato. Certamente domani, quando sarò tra i miei studenti, tra mille problemi che nulla hanno a che fare con questo, avrò una strana luce da mostrare loro. La mia stupida voglia di vivere un sogno che fa sudare, con l'obbiettivo ben saldo nel cuore e tutta la mia volontà di raggiungerlo. Il dono di una bellezza ostinata che ti chiama inesorabile, come il richiamo del proprio destino!

martedì 4 ottobre 2016

Racconti di Ghiaccio e Roccia



Ecco il mio libro in ebook, pubblicato dalla casa editrice Delos Digital per la collana Versante Est. Acquistabile in tutti i principali store on-line.

domenica 2 ottobre 2016

dal Mare ai Pirenei